venerdì 27 aprile 2018

Attitudini Formali: Luce e Materia

Il 28 Aprile 2018 alle ore 18.30 nei locali dell'antica Porta Napoletana a Velletri, si inaugurerà la mostra di  fotografia e scultura: Attitudini Formali: Luce e Materia, degli artisti  Claudio Pio e Palmiro Taglioni.




Attitudini formali: luce e materia
Nei locali dell’antica Porta Napoletana di Velletri, la mostra dei due artisti propone il confronto tra tecniche diverse, la scultura e la fotografia, che tuttavia riescono ad interagire in un dialogo continuo fatto di rimandi e assonanze come si evince dal gruppo di opere che verranno esposte. Le intenzioni artistiche ed espressive degli autori provenienti da due contesti diversi, finiscono per confluire in un’unica strada comunicativa, ponendo al centro del loro lavoro la ricerca e l’approfondimento sulla figura femminile. Claudio Pio matura la sua esperienza artistica nel campo della moda, mutuando da questo mondo abbagliante e fascinoso la bellezza e la forza sensuale dei soggetti, polo attrattivo per gli occhi dello spettatore. Il tutto viene coniugato ad una sapiente maestria tecnica, con un gioco perfetto di luci e ombre. Nei passaggi chiaroscurali riesce ad esprimere un nudo ideale e bello attraverso linee sinuose e forme plastiche. Lo sguardo poetico del fotografo filtra la realtà, e conferisce ai ritratti di donna il tratto psicologico e caratteriale, fino a far parlare il linguaggio non verbale del corpo. Carne e luce si fondono dal nulla, e dal buio dello sfondo si delineano figure solide. Se le donne di Pio diventano vere e proprie sculture su carta, le sculture di Palmiro sono invece forme che prendono vita dal legno di ulivo, e dalle radici di questa pianta. Il legno abbandonata la costrizione della terra, assume una nuova dimensione. Si espande nello spazio, carico di energia espressiva e pieno di comunicante umanità. Le sculture create con la tecnica del levare, appaiono in mille movenze: mordide, contorte, allungate e immortalate in istantanee pose, come in uno scatto di fotografia. Accanto alle serie “Codice a barre” e “La Danza” interessante appare l’ultima ricerca dello scultore che verrà esposta per la prima volta in questa mostra, quella riguardante il tema della “Maternità”. Oltre al significato ancestrale di questo archetipo femminile relativo alla nascita o al primo atto creativo della Grande Madre, nella Maternité Noire colpisce anche la tecnica utilizzata per la realizzazione della scultura: la bruciatura del legno per garantirne una colorazione scura, un annerimento simile alla pietra vulcanica. In questo gesto di distruzione ad opera del fuoco, che viene appiccato e accuratamente controllato dall’artista per ottenere il colore voluto, si fondono insieme, l’atto distruttivo e l’atto creativo. La fine e il principio di ogni cosa, morte e nascita, arrivando ad esprimere un concetto profondo ed universale. Le sculture scure e bruciate hanno un odore. Odorano di legno cotto. Le altre sembrano avere anche una voce, quasi il suono nascosto del legno che vibra internamente. Eco dei suoi movimenti e delle sue venature. Le sculture hanno una voce che proclama al mondo l’uguaglianza del genere umano, oltre ogni diversità di pelle e razza, oltre ogni alterità di genere. Affermano l’identità femminile. E’ così che riescono a comunicare al pubblico oltre ad un discorso estetico- espressivo, anche quello etico e sociale, da sempre portato avanti dallo scultore.
PAOLA CUCUZZA

                                                       inaugurazione




                                                                     
                                                        allestimento



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