" BARKS: la natura rivisitata" di Ivo Fanella
Barks : la natura rivisitata
Domenico Bilà
Quando ho visto per la prima volta le fotografie della serie “Barks: la natura rivisitata” di Ivo Fanella la mia mente è corsa subito
alle immagini dei pittori visionari dell’ottocento, artisti come Fussli e
William Blake il quale faceva
dell’immaginazione il fulcro della sua visione poetica e creativa, affermando: “L’immaginazione non è uno stato
mentale: è l’esistenza umana stessa.” Infatti le fotografie di Ivo Fanella
catturano il nostro sguardo, immergendolo nella rivelazione di mondi fantastici, abitati
da parvenze spettrali, da figure fantasmatiche, strane e ambigue creature. Partendo
dal fotografare le cortecce degli alberi,
attraverso la tecnica dello sdoppiamento dell’immagine, arriva a produrre un distacco dalla concretezza della realtà, e
nello stesso tempo, amplifica la gamma dei colori che si intensifica, si accentua, perché sia
possibile rivelare “ciò che non si
vede”. I nuovi scatti della serie “Barks, la natura rivisitata” che
si aggiungono ai precedenti, presenti in questo
catalogo, mi hanno condotto ad uno studio più attento e approfondito di questo lavoro
fotografico e mi hanno persuaso che il fulcro del lavoro di Ivo
Fanella fosse dato dal rapporto tra
natura e artificio, in cui i due contendenti si divertono a scambiarsi i
ruoli, a giocare a rimpiattino fra loro. Tante meraviglie che si rivelano dalla visione delle foto,
sono fatte per inganno o per arte, come dire sono magia o artificio, realtà o
finzione. Oggi cogliere la distinzione tra l’oggetto naturale e l’oggetto
artificiale, comprendere visivamente la differenza, non è più possibile nell’era delle
biotecnologie. Come distinguere ciò che è geneticamente modificato dai
corrispondenti esseri naturali? Il duello tra natura e arte, presente nella
serie “ Barks”, vuol essere spia di un
turbamento che la bellezza delle fotografie con i loro incanti e meraviglie,
sembrano voler esorcizzare ma che non possono cancellare. Ivo Fanella fotografa
la natura con la sua forma e nella sua
realtà, e ne restituisce una rivisitazione, una metamorfosi, più ambigua e
sfuggente, che inocula in noi i germi del dubbio sulla realtà delle cose e
sulla loro effettiva conoscibilità.